sabato 18 agosto 2007

Macchinette mangiasoldi, un buco nelle casse dello Stato da 98 miliardi
15 agosto 2007
Pari a tre finanziarie non riscossi dai Monopoli di Stato, finiti nelle tasche della casta politico mafiosa.
Quattrini che lo Stato non ha mai riscosso dalle macchinette videopoker e dei giochi.
È scritto nero su bianco nella relazione di una supercommissione di esperti, guidata dal sottosegretario all’Economia Alfiero Grandi e dal generale della Finanza Castore Palmerini, finita sul tavolo del viceministro s-pregiudicato Vincenzo Visco, che accusa gli Italiani di essere degli evasori ma l’aspetto più scandaloso è che, secondo il Gruppo antifrodi tecnologiche della Guardia di Finanza, parte di questo denaro è finito nelle tasche della criminalità organizzata "Cosa Nostra", sotto il naso di chi avrebbe dovuto controllare: i "Monopoli di Stato", trasformati in interessi di casta. Su questo scandalo indagano gli uomini migliori delle Fiamme Gialle, la procura della Corte dei Conti a Roma, diverse procure in tutta Italia (Venezia, Bologna e Roma).
Un’idagine che si riferisce soprattutto agli anni passati, ma la situazione non è cambiata: "È da segnalare a tutt’oggi - scrive la Commissione - il permanere di un'altissima percentuale (anche questa “testimoniata”) di apparecchiature che dovrebbero essere collegate alla rete dei Monopoli di Stato che invece non vengono rilevate. Un’inchiesta svolta non senza pericoli, lasciano intendere gli uomini della Guardia di Finanza.
Tutto è rimasto fin'ora sotto silenzio, un commissario rivela: "Pensavamo che questa relazione fosse un’autentica scossa. Invece se n’è parlato pochissimo e la parte relativa alla criminalità organizzata è praticamente scomparsa”, la relazione è sulla scrivania del viceministro Visco.
Visco, è complice o incompetente?

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